L'olio Garda DOP, Notizie
Olio, da sempre porta la salute in tavola
Già Ippocrate intuì le molteplici proprietà terapeutiche dell’olio. Da allora la spremuta di olive è da sempre connessa alla storia della medicina.
Già in epoca Classica e successivamente durante il Medioevo, l’idea che la salute passasse attraverso il cibo è sempre stata presente, parte fondamentale della saggezza comune. Così l’olio d’oliva è stato ed è tutt’oggi (insieme agli alimenti a cui si accompagna) essenziale nel mantenimento o persino nel recupero della salute e del benessere fisico dell’essere umano. Addirittura, sino all’avvento della medicina moderna ha giocato un ruolo fondamentale come base di molteplici preparati farmacologici.
È interessante notare che molto spesso, il ricorso all’olio di oliva e agli unguenti da esso derivati si affiancasse ad aspetti religiosi, talvolta folcloristici: un misto di medicina, religiosità e tradizioni. In particolare, da un punto di vista propriamente terapeutico le principali proprietà riconosciute erano molto varie, come ad esempio: difendere dal freddo intenso, tonificare il corpo, proteggere lo stomaco, lubrificare l’intestino, lenire scottature e bruciature, combattere cibi tossici e veleni, mantenere gengive sane, medicare ferite, scottature e gonfiori, sconfiggere mal di testa ed emicrania.
Questo è quanto ci illustra la trattatistica rinascimentale con riferimento alle vicende storiche della spremitura di olive e alla dietetica quale elemento essenziale proprio della letteratura medica. Un ulteriore impiego dell’olio d’oliva sul fronte della medicina, è stato quello puramente cosmetico, con una larga diffusione – ancora oggi – di saponi, così come unguenti e oli profumati utilizzati a lungo per la cura del corpo, ma anche di capelli e persino barba. In particolare nel territorio del Garda, il legno degli ulivi è stato per lungo tempo materia prima per la creazione di “gran quantità di pettini da capelli, e da barbe, onde si forniscono molte, così lontane come vicine province” (M. Savonarola, Libreto di tutte le cosse che se manzano, 1450).